— Una facile vetta con una inaspettata scoperta: lungo un'isolata ed aerea cresta un'altra splendida finestra si apre tra le rocce.
22 Giu 2024 - Siamo alle solite: maltempo.
Ieri ha piovuto in molte parti della provincia e da domani è prevista una intensa perturbazione che durerà alcuni giorni. Oggi invece una inaspettata parentesi di tempo discreto.
Tra brutto tempo e rischio valanghe è da molti mesi che non salgo nel vallonasso di Stroppia, voglio approfittarne.
Parto dal campo Base e dopo poche centinaia di metri posso già notare che le cascate di Stroppia (le più alte d'Italia per chi non lo sapesse) sono al massimo della portata.
Una vista davvero emozionante se penso agli ultimi anni che hanno visto precipitazioni invernali talmente esigue da rendere le cascate solo un bel ricordo.
Raggiunta la deviazione che sale alla grangia Collet proseguo in direzione delle cascate.
La quantità d'acqua che scende dalle cascate è davvero impressionante: nei tratti dove il sentiero è più vicino alle cascate scende una pioggia battente quando il vento trasporta con maggiore forza l'acqua delle cascate.
Attraversando il ponte dopo il rifugio Stroppia si può fare una abbondante doccia completamante gratis.
Raggiungo il passo dell'Asino. L'idea iniziale era di salire il monte Sautron ma è ancora completamente imballato di neve mentre la parte alta del vallone è immersa nelle nuvole.
Un vento molto freddo sta soffiando fin da mezzogiorno e le previsioni danno una leggera pioggia nel tardo pomeriggio. Non vorrei che la leggera pioggia si trasformi in un temporale come qualche tempo fa.
Per non rischiare decido di salire una vetta vicina, in modo da ritornare al rifugio Stroppia il più velocemente possibile se il tempo peggiorasse. La scelta ricade sul monte Cerello, facile vetta poco sopra al passo dell'Asino.
Proseguo per un breve tratto lungo il sentiero Icardi che sale al bivacco Barenghi per poi piegare a destra e salire i dolci pendii sovrastanti senza un percorso obbligato.
In lontananza, lungo una area cresta che scende verso il Cumbal della Fossa noto una finestra di roccia (un'altra!). Quest'anno è davvero "l'anno delle finestre", è davvero incredibile quanti dettagli si possano scoprire cercando con attenzione.
La zona sembra particolarmente impervia ma decido di provare ugualmente a raggiungere la finestra prima di salire la vetta del monte Cerello.
Raggiunto un isolato gendarme discendo lungo il filo di cresta fino ad individuare una zona composta da rocce rotte e massi che scendono nei ripidi canaloni sottostanti.
La finestra non è visibile da questo punto. Con cautela scendo una breve cengia verticale alla cui base mi sembra aprirsi la finestra.
Avevo ragione, c'è effettivamente una finestra ma è molto piccola (circa 30 cm di altezza), considerando la distanza a cui l'ho notata è improbabile che sia questa.
Da questo punto noto però sulla destra una seconda cresta più lunga e profonda.
Risalgo al punto di partenza da cui scendo una seconda breve cengia fino ad un minuscolo terrazzo da cui finalmente vedo la finestra che avevo notato dal vallone.
Per superare il breve tratto che mi separa dalla finestra con estrema attenzione attraverso alcune minuscole cengette orizzontali e rocce rotte.
La finestra è magnifica. È alta circa 1.2 metri e dal suo interno è parzialmente visibile il monte Maniglia.
Dopo le foto di rito ritorno in breve sul filo di cresta e riprendo la via verso la vetta.
In breve raggiungo la vetta a 2803 m.
Nonostante sia la fine di giugno le temperature sono a dir poco polari per via del fortissimo vento che soffia senza sosta.
Resisto in vetta per una ventina di minuti poi inizio velocemente la discesa.
In breve ritorno nel vallonasso di Stroppia da cui inizio la discesa verso valle.
Dal Passo dell'Asino ritorno al Rifugio Stroppia.
Qui un piccolo stambecco si gode il tramonto.
Rientro al Campo Base al sorgere delle prime stelle.