— Nella lunga cresta di vette senza nome che separano i due valloni del Sautron alcune finestre si aprono nella roccia: autentici "quadri" dipinti dalla natura che sembrano quasi scorci su altri mondi.
18 Mag 2024 - Ormai la costante da quasi due mesi è il maltempo e oggi non fa eccezione: per il primo pomeriggio è prevista pioggia con possibili temporali.
In questi casi un'escursione in montagna dovrebbe sempre prevedere un tragitto con il maggior numero possibile di ripari nel caso la situazione meteo precipiti (mi è già capitato un paio di volte di trovarmi nel bel mezzo della "tempesta", con fulmini a poche centinaia di metri che in un istante illuminano di arancione ogni cosa, un'esperienza non molto piacevole).
La valle del Sautron dispone (sparsi qua e la) di barme, grange diroccate, caserme e bivacchi, decisamente una buona scelta (se non quasi obbligata) in caso di maltempo.
Parto dalla borgata di Saretto e risalendo gli ampi tornanti della ex-strada militare raggiungo la grangia Pausa.
Ci sono ancora ampie porzioni di azzurro in cielo ma come da previsioni sembra avvicinarsi una pertubazione (anche prima del previsto); considerando però tutte le possibilità di riparo presenti decido di continuare a salire.
A circa 2200 m comincia a nevicare debolmente (fa davvero molto freddo per essere la metà di maggio). Salgo gli ultimi 200 m che mi separano dal bivacco Sartore dove ho intenzione di aspettare che la perturbazione passi (nel frattempo ha cominciato a nevicare piuttosto forte).
Per le successive due ore sono costretto a fermarmi al bivacco: un'intensa nevicata mista ad un forte vento scende senza sosta. Sento anche alcuni tuoni in lontananza ma anche se si avvicinassero sono al sicuro (oggi non avrei potuto scegliere meglio).
Finalmente smette di nevicare. Decido di cominciare a scendere nel caso in cui il tempo peggiori nuovamente ma alcune folate di un freddo vento sono sufficienti per spazzare via le nubi.
Purtroppo la nevicata mi ha fatto perdere molto tempo ma vorrei comunque concludere decentemente la gita.
Fin dalla partenza l'idea era quella di salire almeno fino al colle del Sautron ma mi rendo conto che c'è ancora moltissima neve (e molte valanghe recenti), sarebbe stato un azzardo rischiare anche se il meteo fosse stato migliore.
Decido così di salire fino alla caserma Rovere, con una breve sosta alla finestra del Sautron che visito sempre con piacere.
Il versante da salire è piuttosto ripido ma la neve è poca, posso salire in sicurezza.
La finestra maggiore ha dimensioni considerevoli, con un'altezza di circa 2 metri e si affaccia sul vallone settentrionale del Sautron da cui si può vedere in primo piano un gigantesco ed isolato obelisco.
Sceso nuovamente alla base del canalino senza perdere quota proseguo fino a raggiungere il successivo filo di cresta.
Proseguendo verso Ovest lungo il filo di cresta un'altra finestra si apre all'improvviso tra le rocce.
Ha dimensioni inferiori ma dal suo interno, come se si trattasse di un quadro con la sua cornice, appare un meraviglioso scorcio alpino rappresentato dalla Cima di Stroppia in tutto il suo splendore.
Proseguo in direzione della caserma Rovere circondato da spettacolari paesaggi alpini.
Lungo il versante su cui è stata ricavata la bastionata della caserma Rovere si è staccata recentemente una valanga di notevoli dimensioni, spero davvero di non trovarmi mai in una situazione simile ... (un libro sulle valanghe che ho letto recentemente coglie perfettamente cosa significherebbe trovarsi in mezzo ad una valanga del genere: "... è come una mosca nel WC quando viene tirato lo sciacquone, non c'è via di scampo ...")
Arrivo finalmente all'altezza della bastionata su cui è stata costruita la caserma che purtroppo è completamente sepolta dalla neve.
Da qui sarebbe possibile proseguire in direzione Ovest lungo uno spettacolare percorso sotto a possenti guglie e raggiungere il punto più alto di questa lunga cresta che divide i due valloni (una cima senza nome di 2754 m) ma ormai è tardi (la nevicata mi ha fatto perdere troppo tempo).
Inizio la discesa e ritorno al bivacco Sartore da cui inizio il rientro a valle.
Durante la discesa la nebbia e le nuvole creano uno splendido "mare" sul fondovalle.
Seguendo poi lo stesso percorso dell'andata rientro a Saretto.