— A spasso per valloncelli senza nome, sotto lo sguardo severo di vette senza nome.
04 Mag 2024 - Come la scorsa settimana il maltempo continua a farla da padrone. Oggi breve tregua ma già dal mattino nuvole scure lasciano poco spazio al sole.
In quota c'è ancora moltissima neve, molto difficile pensare di raggiungere la vetta di qualunque montagna anche per il rischio valanghe ancora alto (oggi grado marcato oltre i 2300 m).
Come la scorsa settimana mi dirigo nella valle del Preit e raggiunta la grangia Selvest proseguo per la strada che sale all'Altopiano della Gardetta.
Gli ultimi tornanti sono imballati di neve scaricatasi dal ripido versante sotto Le Tre Punte. È una neve pesante e bagnata tipica di fine stagione e si sprofonda oltre il ginocchio.
Lascio perdere l'idea di salire sull'altopiano e cercando di evitare la neve mi dirigo verso un innominato valloncello parallelo al vallone Cassin che sale costeggiando la lunga cresta del monte Cassorso.
Senza una meta precisa (dalle vette vicine si sta avvicinando la nebbia che durante la giornata a poco a poco ricoprirà tutto) mi limito ad esplorare quest'angolo sconosciuto della Val Maira, dove lisce pareti verticali identiche a quelle di Rocca La Meja, Rocca Brancia, Oronaye e di tante altre montagne qui intorno ricordano i possenti movimenti tettonici che hanno plasmato questa parte delle Alpi Cozie.