— Il Vallone Cassin è una valle laterale che dalla grangia Servino permette di raggiungere ampi pascoli costeggiando l'imponente parete Nord Est del monte Cassorso. La testata della valle è racchiusa da un piccolo colle tra Rocca La Verde e Punta Cialme.
25 Apr 2024 - Il maltempo oggi concede una breve tregua (per il weekend è prevista una nuova perturbazione) così ne approfitto per un'escursione. Nonostante sia la fine di Aprile fa molto freddo e contro ogni previsione continua a nevicare di frequente. Tutte le vette sono imbiancate e anche a quote relativamente basse c'è ancora molta neve (una situazione davvero inusuale considerando la scarsità di precipitazioni degli ultimi anni).
Come spesso accade non ho una meta precisa, decido all'ultimo momento di salire al Preit e da li raggiungere l'Altopiano della Gardetta oppure il colle Soleglio Bue.
Raggiunta la grangia Selvest proseguo lungo la strada asfaltata che sale fino all'altopiano. Trascurando la deviazione per il colle Soleglio Bue proseguo in direzione della grangia Servino.
Sulla destra un ampio vallone a cui non avevo mai prestato particolare attenzione sale rapidamente di quota e decido di vedere dove porta.
Seguendo evidenti tracce usate per portare il bestiame al pascolo risalgo una prima rampa piuttosto ripida che raggiunge un ampio pianoro.
La valle è deliziosa e per forma e dimensioni mi ricorda moltissimo il Vallonetto (altrettanto delizioso vallone laterale della valle di Enchiausa).
Nonostante abbia nevicato di recente la neve più vecchia è ormai portante e si può camminare sul manto nevoso con i soli scarponi senza sprofondare.
Proseguo verso la testata della valle sotto l'immensa parete Nord Est del monte Cassorso sulla sinistra. Generalmente salgo il Cassorso dal Passo della Gardetta che si affaccia su di un versante con contorni più "dolci", da questa prospettiva invece la montagna è davvero imponente.
Superata un'altra rampa raggiungo un secondo pianoro da cui inizia un tratto che, su pendenze maggiori ma piuttosto contenute, permette di raggiungere un piccolo colle che insieme alle vicine vette racchiude la valle.
Nonostante il pericolo valanghe sempre in agguato (oggi ancora grado moderato e il manto nevoso si sta inumidendo) gli alberi presenti qua e la sul percorso rappresentano degli ottimi ancoraggi e posso procedere in sicurezza anche nei tratti con pendenze più marcate (in alcuni punti inoltre la neve fresca poggia direttamente sul terreno)
Raggiungo finalmente il colletto. Il panorama tipicamente invernale (nonostante sia il 25 aprile ...) è magnifico.
Alla mia destra sarebbe molto semplice proseguire verso la cresta di punta Cialme e da li raggiungerne la vetta ma la via è decisamente troppo pericolosa data la presenza di evidenti accumuli da vento lungo tutto il versante sinistro della cresta. Inoltre ora fa piuttosto caldo e scorgo nel vallone sottostante una valanga di medie dimensioni su pendenze decisamente basse.
Meglio non rischiare.
Vorrei comunque raggiungere la vetta di punta Cialme (oggettivamente più impegnativo invece salire Rocca La Verde da questo versante). Scendo di circa 100 m per risalire poi il ripido (ma assolutamente sicuro) versante che racchiude la valle sulla destra.
Qui con faticosa salita tra radi alberi e rocce affioranti raggiungo l'anticima a quota 2412 m.
Innocue ma spesse nubi si stanno avvicinando velocemente. Dopo essere sceso per alcune decine di metri per aggirare alcuni costoni rocciosi raggiungo la vetta di Punta Cialme (2463 m) ma praticamente zero visibilità, sono avvolto dalle nuvole e dalla nebbia.
Peccato, già dall'alticima si poteva vedere come questa cresta fosse molto panoramica.
Provo ad aspettare nella speranza che la nebbia si diradi ma niente da fare, non posso fare altro che scendere.
Impressionante il quantitativo di neve ancora presente al suolo, anche a quote moderate in alcuni punti siamo oltre il metro (e qui non sembrano accumuli di neve ventata).
Rientro seguendo a ritroso il percorso dell'andata non senza un'immancabile deviazione al sempre meraviglioso Pis del Passet.