Serendipity

night photography

— Come fare un'escursione finita in partenza ma concludere ugualmente bene la giornata

27 Gen 2024 - Poca neve per un'uscita di scialpinismo (a meno di non portarsi gli sci a spalle per almeno 400 metri), troppa per un'escursione a piedi.

Sentinel Hub è uno strumento eccezionale per controllare la situazione del manto nevoso grazie ad immagini satellitari aggiornatissime (altro che Google Maps o Google Earth) ma naturalmente non è in grado di stimarne lo spessore ;-)

Intenzionanto a salire almeno fino al passo dell'Asino per vedere quanta neve c'è nel vallonasso di Stroppia parto come al solito dal Campo Base

Nella piana di Stroppia si vedono già gli effetti del pazzo meteo di gennaio: il fortissimo sbalzo termico tra giorno e notte ha trasformato la piana di Stroppia in una lastra di ghiaccio vivo di 10-15 cm di spessore.

Raggiungo senza difficoltà l'attacco della parte più esposta del sentiero, che con una serie di zig-zag risale la parete rocciosa che porta al rifugio Stroppia.

Come sovente accade in questa stagione il tratto è imballato di neve: poco male, infilo i ramponi da ghiaccio ed inizio la salita.

Raggiunto il passaggio più esposto l'amara sorpresa: l'acqua (che per buona parte dell'anno scende in questo punto da un vicino canalino) e lo sbalzo termico hanno creato uno spesso strato di durissimo giacchio vivo

Lo sbalzo termico ha creato uno spesso strato di ghiaccio vivo

È da un paio di mesi che non salgo nel vallonasso e qualche scialpinista di buon cuore ha approntato alcuni passamano di corda ma il passaggio è decisamente troppo pericoloso per i miei ramponi da misto (che hanno ormai punte troppo arrotondate per penetrare in un ghiaccio così duro).

Sono costretto ad abbandonare la salita ma, deciso a salire nel vallonasso, provo una via alternativa.

Ritornato nell'ampio pianoro sottostante mi dirigo a destra verso una piccola sella che si collega al Monte Cerello. L'idea, tenendomi a sinistra del vertiginoso Cumbal d'la Fossa, è di risalire i salti rocciosi che si collegano alla cresta del Monte Cerello, raggiungendo così il vallonasso.

L'evidente via dalla selletta

Durante la salita alcuni camosci dall'alto mi guardano incuriositi: ho la conferma che la via è fattibile. Senza particolari difficoltà risalgo le balze erbose coperte di neve morbida ma, giunto in prossimità delle prime rocce, un'altra brutta sorpresa: anche qui ghiaccio vivo.

Scivolare da un tratto così ripido potrebbe seriamente rovinarmi la giornata, sono costretto a tornare indietro.

La giornata volge al termine senza aver raggiunto alcuna meta ma voglio almeno approfittarne per scattare qualche bella foto al tramonto.

Allungo così il ritorno dirigendomi verso la grange Collet e attendo pazientemente l'arrivo del crepuscolo preparando il materiale fotografico.

Al momento giusto inizio a scattare ... se non altro non ho sprecato del tutto la giornata :)

La rocca Bianca dalla grange Collet

Le luci di Chiappera dalla grange Collet

Le luci di Chiappera scendendo verso la centrale delle Fie-Maurin

Articolo precedente Prossimo articolo